Nello yoga, le sequenze che si studiano sono presentate secondo i livelli di preparazione, il programma viene diviso in principianti, intermedi, avanzati.
Nello stile Oki-do-yoga, non esistono i livelli, perché si ritiene possa essere frustrante per uno yogi non riuscire ad andare avanti con lo studio delle asana. Ma poi avanti dove?
L’obiettivo di una buona pratica yoga è offrire un ambiente che porti tranquillità sia nel corpo che nella mente, lo scopo dell’insegnante è far raggiungere quel senso di pace che viene a mancare nel proprio vivere e sicuramente la competizione che si potrebbe creare in una classe tra gli allievi, non porta certo serenità a chi pratica.
Quindi un ambiente sereno aiuta lo yogi a liberarsi da tutti i suoi pesi e quindi anche dal dolore fisico.
Niente aspettative, nessuna dimostrazione a se stessi e al gruppo.
Lo studio dell’Oki-do-yoga, ci insegna che il cosiddetto principiante sarà in un certo senso maestro per chi ha iniziato questo percorso di studio da più tempo, sarà poi, l’esperienza dell’insegnante che saprà proporre sempre delle alternative o varianti che possano essere adatte non soltanto a chi è neofita, ma anche a chi per infiammazioni, problemi alla colonna vertebrale o altro si troverebbe comunque in difficoltà o addirittura potrebbe aggravare la sua condizione, qualora l’insegnante non ne tenesse conto. Ecco che lo studio dello yoga si apre a tutti, senza limite di età e condizione, e diventa studio costante per tutti gli allievi, che vengono resi partecipi costantemente di tutte le soluzioni cui possiamo accedere qualora ne avessimo bisogno anche noi. Questo di cui vi sto parlando, può essere vero in una classe di yoga fatta in presenza, ma con la modalità delle lezioni registrate, ecco che bisogna in un certo senso accompagnare il nuovo allievo con classi dedicate a lui, come pure a chi si sente un po più esperto, anche a lui dedicare un percorso.